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La sicurezza costa di più

di Guido Plutino

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Lunedí 20 Ottobre 2008

La paura fa novanta. Il numero va inteso come giorni, perché è sulle durate più brevi che continua a concentrarsi l'attenzione degli investitori. La liquidità conosce così una stagione di gloria e il fenomeno è di vastità tale da preoccupare Autorità di vigilanza e analisti. Non ci sono dati univoci, ma secondo alcune stime nei mercati monetari mondiali sarebbero parcheggiati 6 trilioni di dollari. Risorse che, in un momento congiunturale difficile, rimangono alla finestra. Per restare in Italia, conti correnti, depositi e pronti contro termine contenevano a fine 2007 (e dunque il dato è sottostimato) oltre mille miliardi di euro. Altro che la cassaforte nella quale nuota beato Paperon de' Paperoni...

Il denaro scappato a gambe levate dall' equity si è rifugiato in tutti gli strumenti risk-free. In questa fase la ricerca di sicurezza fa premio anche sul rendimento, quasi sempre negativo in termini reali (l'inflazione ufficiale è infatti al 3,8%). Oltre che ampia, la voglia di liquidità è trasversale: riguarda il piccolo e timorato risparmiatore privato, come gli squali degli hedge fund. Solo nelle ultime settimane i disinvestimenti di questi soggetti, tra i più speculativi, hanno raggiunto i 400 miliardi di dollari, approdati sui lidi del breve termine. Un dato che, tra l'altro, la dice lunga sulla fiducia nell'andamento futuro delle Borse.

Per chi segue la bussola degli impieghi risk-free (titoli di Stato, conti correnti, depositi, pronti contro termine, libretti postali e così via) è opportuna una precisazione circa il profilo di rischio dei diversi strumenti, in parte modificati dagli eventi delle ultime settimane. Ciò vale in particolare per i pronti contro termine, che hanno riscontrato un calo di gradimento dopo la crisi che ha scosso la fiducia nelle banche. Elemento dirimente, guadagno a parte, è il sottostante.

Chi cerca la massima sicurezza farà bene ad assicurarsi che il titolo venduto a pronti e riacquistato a termine sia, per esempio, un governativo piuttosto che un'obbligazione bancaria. Ma va anche chiarito che il recente intervento del Governo e la creazione di una cabina di regia europea hanno innalzato i livelli di sicurezza per le banche e dunque anche per clienti e risparmiatori. I pronti contro termine non rientrano sotto l'ombrello del Fondo di garanzia interbancario. Ma le misure intese a rendere più solide aziende di credito e strumenti di raccolta hanno drasticamente ridotto il rischio di controparte per tutti i soggetti dell'Unione europea.

Va però ricordato che la sicurezza costa più cara, dopo la decisione - senza precedenti - di un taglio coordinato dei tassi (50 punti base) da parte di sei Banche centrali. L'adeguamento al ribasso delle condizioni praticate dalle aziende di credito è stato spesso fulmineo. Ma alcune differenze di comportamento degli intermediari nei modi e nei tempi di questi adeguamenti rendono più vario il panorama per il risparmiatore.

Le condizioni migliori si spuntano se si è disposti ad accettare due vincoli: il primo è temporale (immobilizzo del denaro per 6 o 12 mesi); il secondo rimanda all'importo. Chi, per esempio, può investire almeno 100mila euro per un anno in "Arancio +" ottiene il 5,2% lordo (3,8% netto). Per chi invece preferisce la liquidità pura, il consiglio è quello di spigolare tra le numerose offerte promozionali riservate ai nuovi clienti di molti conti correnti online. È vero che hanno estensione temporale limitata, ma la speranza è l'ultima a morire. Da qui a qualche mese le condizioni di mercato potrebbero essere meno estreme, suggerendo l'opportunità di rimettere mano all'organizzazione del portafoglio.

PIÙ GARANZIE

Sotto l'ombrello
Per i prossimi tre anni il ministero del Tesoro è autorizzato a rilasciare la garanzia dello Stato in favore dei depositanti delle banche italiane per un periodo di 36 mesi, a integrazione di quanto già previsto dai preesistenti sistemi di garanzia dei depositi. Inoltre la garanzia statale può essere estesa anche ai nuovi titoli di raccolta delle banche italiane, con durata fino a cinque anni, emessi entro il 31 dicembre 2009.
Posta
Bancoposta non aderisce al Fondo interbancario di garanzia, ma investimenti e depositi sono comunque garantiti dallo Stato. Poste Spa è infatti controllata dal ministero dell'Economia e dalla Cassa depositi e prestiti

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